Le Alfa in divisa
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Dalla 1900 pantera degli anni 50, che ha dato origine al nome e alla leggenda di tutte le vetture veloci da pronto intervento della Polizia di Stato, alle Giulia super, le veloci gazzelle del Radiomobile dell’Arma dei Carabinieri distribuite massicciamente su tutto il territorio, ha preso origine nell’immaginario collettivo la tradizione di affiancare l’immagine di vettura da pronto intervento alle Alfa Romeo. Nei decenni a seguire con i risultati di operatività raggiunti, sono continuati gli approvvigionamenti di autovetture veloci da pronto intervento del marchio milanese che ha prestato quasi tutta la sua gamma a questo nobile compito. 2600 sprint, Giulietta Ti, Giulia, Alfetta, Giulietta 116, Alfa 90, Alfa 75, Alfasud, Alfa 33, sono state le mitiche auto della vecchia scuola Alfa impiegate senza sosta tutti i giorni, magari in più turni consecutivi, nel conseguire gli obbiettivi comuni di sicurezza nazionale. Il risultato di questo snervante impiego, molto spesso oltre il limite imposto dai requisiti progettuali, ci ha consegnato poche fortunate vetture, salvate miracolosamente da una fine ingloriosa ed arrivate ai giorni nostri per alterne fortuite vicissitudini. Un tempo queste auto venivano spremute all’osso e solo pochi esemplari venivano considerati idonei a rientrare sul mercato dell’usato dai commercianti che le potevano acquistare all’asta. Spesso queste vetture venivano ricolorate con improbabili colori fuori gamma e stravolte con aggiornamenti estetici discutibili, tanto da nascondere per sempre le tracce del loro glorioso passato, che nella maggior parte dei casi i nuovi acquirenti ignoravano totalmente. Sono prova tangibile di tutto ciò le Giulia Super specializzata Giorgetti ritrasformate in berlina, magari nella più commerciale nuova super, dopo pochi anni di vita in servizio di Polizia Stradale sulla viabilità autostradale, oppure le Alfetta, Giulietta, 75 ecc. riconvertite in più appetibili colori civili, con interni rinnovati in tessuti diversi dallo sky tipico delle vetture istituzionali, pronte per affrontare una nuova e più tranquilla seconda giovinezza. È proprio in questa fase che alcune vetture sono state salvate dalla passione di chi ha saputo riconoscere sotto molteplici starati di vernice il rosso amaranto, il grigioverde, l’azzurro Polizia o le varie tonalità di blu usate in passato dall’Arma dei Carabinieri, recuperandole prima che venissero definitivamente rottamate; consegnando in questo modo alla storia dell’auto e al costume della nostra nazione importanti testimonianze autentiche ed originali di come eravamo e di come un tempo erano le vetture che ci hanno affascinato ed incusso timore reverenziale da piccoli, appassionandoci poi da grandi.